I colori della voce

Perhaps the most important message about music-to-color connections in synesthetes and non-synesthetes is the central role emotion plays in our mental lives, even when it is not immediately obvious that it is relevant. Music and colors have few, if any, sensory properties in common: Music is auditory and has properties such as tempo, pitch, timbre, and rhythm. Color is visual and has the properties of lightness, vividness, and hue. But both music and color map aspects of emotion.   Stephen E. Palmer – professor at the Graduate School in Psychology at the University of California, Berkeley

Vista dal palco del teatro Antonio Belloni

Scorcio dal palco del Teatro Antonio Belloni

A fine anno scorso ho scoperto il Teatro Antonio Belloni, un piccolo, delizioso ed elegantissimo teatro lirico. Il più piccolo al mondo. Andandoci ho capito che, se proposta nel modo giusto, la lirica è attuale e adatta a tutti. Anche mia figlia di 10 anni adora questo posto. Grande Andrea Scarduelli, ideatore e narratore degli spettacoli, che ha pensato a questa formula.

Abbiamo ascoltato la bravissima cantante Ekaterina Shelehova: una Soprano di coloratura. Perché si dice proprio di coloratura? “Coloratura indica un estremo virtuosismo nella linea melodica. Cantando nel registro acuto e sovra acuto dove ci sono meno armonici, il colore della voce risulta più cristallino e il cristallo di alta qualità ha la caratteristica di creare rifrazioni coloratissime”. Cit. A. Scarduelli

Si parla infatti di colore nella musica come nella pittura. Si parla anche di toni musicali. Non mi ero mai fermata a pensarci.

Ho sempre trovato molto interessante l’idea che un pittore potesse ascoltare un dipinto o un musicista vedere la musica. Kandinsky nel primo caso e Mozart, ma anche Beethoven dopo la sordità, nel secondo, per fare solo tre esempi molto noti. In questo caso si parla di sinestesia. Ma senza arrivare a tanto, di fronte all’arte, sembra che il linguaggio stesso che si utilizza ci suggerisca di ricorrere a più sensi per percepirla. Succede ad esempio con le parole che seguono, ma ce ne saranno tantissime altre.

Colore: È diffusa l’idea che il colore sia una proprietà degli oggetti, invece è la sensazione psichica che proviamo allorché il nostro occhio è colpito dalla luce. (fis.) [sensazione che si prova sotto l’effetto di luci di diversa composizione spettrale e, anche, la luce stessa, intesa come qualità dell’oggetto che la riflette] – Ma anche: (mus.) [qualità di un suono] ≈ timbro, [spec. per le voci] pasta. Ndr. Il colore della voce è una pasta.

Tono1.[grado di elevazione del suono, della voce: abbassare il t. (di voce)] ≈ intensità, volume. 2.[modulazione, inflessione di voce, e sim., nel parlare, nel leggere, nel recitare: t. dolce; non ammetto che mi si parli con questo t.] ≈ intonazione – Ma anche: [livello di saturazione di un colore o della scala dei grigi in un particolare di un quadro, di una fotografia, ecc.: prediligere i t. chiari] ≈ gradazione, nuance, punto, sfumatura, tonalità.

Chiaro, scuro, caldo, freddo, profondo, lieve, luminoso, spettrale…: sono tutti aggettivi che si possono usare sia in musica che in pittura.

Le definizioni sono tratte dal dizionario Treccani online.

A teatro avevo portato la fotocamera. Durante un pezzo cantato da Ekaterina Shelehova, accompagnata al pianoforte da Soyoung Sim, oltre a quello che ascoltavo mi piaceva molto la scena che vedevo, per tanti motivi, dai cromatismi musicali e pittorici al fatto che fossero due donne a riempire così bene il palcoscenico. Ho scattato tante fotografie a distanza molto ravvicinata. L’idea era quella, se fossero venute bene, di provare a creare una specie di libro animato, un flipbook online da sfogliare rapidissimamente, fino ad avere l’illusione di assistere a una sorta di cortometraggio dei tempi del cinema muto, a colori e, per i più nostalgici, in bianco e nero. Mancano la voce e il pianoforte che si possono ascoltare solo andando a teatro, anzi vi invito ad andarci, ma ci sono molte emozioni. Almeno così mi pare.

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La percezione dell’arte è legata ai sensi e alle emozioni. Alla fine è questo che la rende universale. Chi è deficitario in qualche ambito sensoriale non ha ancora oggi accesso a certe manifestazioni della bellezza e dell’arte. E su questo si sta lavorando molto, per fortuna. Da diversi anni si sta pensando proprio alla sinestesia per colmare parzialmente il vuoto e rendere accessibili le diverse forme d’arte a persone con disabilità. Un bel progetto in questa direzione lo potete leggere qui.

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2019-02-21T08:45:22+00:00 19 febbraio, 2019|